Giornata mondiale del libro: dentro e fuori la carta
Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, associati in questa maniera si potrebbe pensare che il secondo valga solo per il primo e il primo sia l’unico a beneficiare del secondo. Non è così e non vorrei passasse un messaggio sbagliato. Per questo facciamo una rapida panoramica su cosa vuol dire diritto d’autore, a cosa serve e quali sono i suoi campi d’interesse.
Nasce al fine di proteggere e conservare i beni di produzione umana, qualsiasi essi siano: architetture, monumenti, libri, articoli, film, musica. Insomma, tutto ciò che ha visto l’uomo come suo artefice e ciò che la mano dell’uomo modellerà in futuro è soggetto a questa legge. È una legge appunto, e come tale chi non la rispetta è passibile di sanzioni, che non vengono imposte al solo scopo di impedire un improprio riconoscimento o a difendere l’onore personale di un autore plagiato bensì, essendo la nostra una società basata sullo scambio monetario, come tutti sappiamo, si ricava denaro anche dalla “vendita di pensiero”. Se volessimo fare un paragone funziona un po’ come i brevetti. [1]
Quindi la legge sul diritto d’autore vieta ogni rimando ad opere o invenzioni del passato? La risposta è ovviamente no, se così fosse non esisterebbe progresso tecnologico. Provate a pensare ad una cosa semplice come la molla. Senza poter sfruttare questa tecnologia centinaia, forse migliaia di invenzioni moderne non avrebbero mai visto la luce. Oppure, per tornare al main topic di oggi, senza il flusso di coscienza (stream of consciousness) di Bergson e Proust non avremmo quelle fantastiche voci pensiero che tanto ci piacciono in film e serie tv. Ogni conoscenza umana può essere utilizzata come scheletro e riferimento per la genesi di nuova conoscenza più complessa e completa. Sempre nella misura in cui il proposito del nuovo sia integrare il vecchio differenziandosi dallo stesso.
Ora che ho fatto chiarezza sul concetto di diritto d’autore mi sento più libero di parlarvi del resto. La ricorrenza mi era già nota, quello che non conoscevo erano le sue origini. Di derivazione spagnola, per la precisione arriva dalla Catalogna, nasce come “Festa del libro e delle rose”. Difatti la tradizione vuole che in questa giornata gli uomini regalino una rosa alla propria amata. Tradizione solidificatasi nell’usanza dei librai Catalani di regalare una rosa per ogni libro venduto durante la ricorrenza. Colui che ha reso questo possibile, proponendone l’istituzione, fu uno scrittore valenziano stabilitosi a Barcellona di nome Vincent Clavel Andrés. Il desiderio dell’uomo venne esaudito nel 1926, quando il re Alfonso XIII promulgò un decreto reale che istituiva in tutta la Spagna la “Giornata del libro spagnolo”. La ricorrenza diventa poi mondiale solo nel 1995 durante la 28ª sessione della Conferenza Generale dell'UNESCO, riunitasi a Parigi.[2]
Anche se solitamente non mi trovo a scrivere di giornate “in memoria di”, “in onore a” o che testimoniano “l’inizio di quello” e “la fine di quell’altro”, devo riconoscere che sono un buon modo per generare possibili confronti interessanti sugli argomenti più disparati.
L’importanza della lettura, quale tema ostico e pluri-trattato, sviscerato a tal punto che non vi è più nulla da dire. Potrebbe interessarvi sapere che sono stati condotti moltissimi studi sui benefici della lettura, che vengono continuamente ribaditi e sottolineati dalle riviste come da volti illustri del panorama letterario e non. “Leggere diminuisce lo stress”, “leggere rilassa, calma i nervi”, “leggere combatte la solitudine” e così via. Di certo abbiamo sentito tutti almeno una volta una di queste frasi. Però proprio per questo mi piacerebbe discostarmi dal mainstream e dire anche io la mia sulla lettura. Vorrei tralasciare per un attimo la parte scientifica degli scritti prosastici e concentrarmi invece su romanzi e racconti. Faccio questo non perché non ne voglia parlare, sia chiaro, nella mia mente però ho concepito questo come un articolo volto ai neofiti di questo ambiente e sicuramente credo che non esista persona al mondo che abbia cominciato a leggere con un saggio scientifico. Difatti ciò che, secondo me, desta per la prima volta quella avida voglia di leggere sono proprio i racconti di fantasia. È così per chi di voi è già appassionato di libri, ma lo è anche per chi invece segue una serie tv. Vi è mai capitato di rimanere impantanati in una puntata particolarmente bella, aspettando impazientemente l’arrivo di quella successiva? Vi siete mai chiesti il perché? Io da lettore non accanito, diciamo medio, e fruitore di film e serie tv, una risposta me la sono data. Oltre alla ricerca delle “verità” dell’autore, dei messaggi più o meno velati che ha inserito nelle sue produzioni c’è dell’altro: i personaggi.
So che può sembrare stupido e forse banale ma fatemi spiegare. Una storia di fantasia, più o meno realistica negli ambienti e negli avvenimenti, diventa immediatamente interessante se il protagonista, come anche chi gli gravita attorno risultano reali, fatti di carne e sangue. Quindi è questo il consiglio che do a coloro che si avvicinano per la prima volta alla carta stampata: non immedesimatevi nei personaggi, capiteli, apprezzateli o disprezzateli se lo meritano, perché dopo esservi innamorati di loro non smetterete più di leggere.
Autore: Riccardo Saccoccia
Bibliografia/fonti
[1] Legge 22 aprile 1941, n. 633, Art. 1
[2]https://libreriamo.it/libri/giornata-mondiale-libro-origini-festa/


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